di Michele Ardu* e Lorena Mion*
Educazione al Benessere
Se entriamo nel web in un qualsiasi motore di ricerca e digitiamo la parola “benessere” troviamo una serie di informazioni che vanno dalla definizione vera e propria:
benèssere da bèn èssere
-“uno stato che coinvolge tutti gli aspetti dell'essere umano, e caratterizza la qualità della vita di ogni singola persona” (wikipedia)
-“stato felice di salute, di forze fisiche e morali... sensazione soggettiva di vita materiale piacevole... con cui vengono indicati, in termotecnica, i livelli a cui devono trovarsi i vari fattori che influenzano l’abitabilità di un ambiente chiuso (temperatura dell’aria, umidità relativa dell’aria alla temperatura ambiente, temperatura media radiante dalle pareti, ecc.), perché le persone che vi devono soggiornare per un tempo abbastanza lungo (in genere, superiore a un’ora) si trovino a loro agio, senza avvertire sensazioni spiacevoli di caldo o di freddo…”
(Treccani)
fino ad un elenco di siti diversi che propongono centri benessere, terme, massaggi, sport...
Col tempo, il termine “benessere” ha assunto un significato più ampio e completo, non più limitato all’assenza di malattia, ma ad uno stato di “buona salute fisica, psichica e mentale” nonché ad una condizione di armonia tra l’uomo e l’ambiente in cui vive e si relaziona.
Quest’ultimo concetto era già noto nelle filosofie orientali, basti pensare, alla riscoperta, negli ultimi anni, di vari corsi sul feng shui, massaggi, meditazione, respirazione, nonché discipline quali yoga, qigong, taichi che contribuiscono al benessere del corpo e della mente.
Non dobbiamo dimenticare però che le componenti fisiche e fisiologiche della “macchina uomo” necessitano di carburante per poter funzionare in maniera corretta e funzionale, ecco perché anche l’alimentazione svolge un ruolo preponderante nello stato di benessere.
E’ ormai risaputo che “siamo quello che mangiamo”, che con i ritmi di vita frenetici a cui siamo sottoposti quotidianamente, i pasti si riducono al consumo di snack veloci, panini, cibi preconfezionati, il cosiddetto “cibo spazzatura” dei fast food, ciò non bastasse, spesso si salta un pasto perché “non c’è tempo” senza pensare che a lungo andare ciò porterà a problemi di tipo digestivo, metabolico ... non solo, se anche si riescono a ricavare 10 minuti per il pranzo, si ingurgita quello che si ha davanti, senza quasi sentirne il sapore, perché l’attenzione è rivolta al giornale, al telefono, al tablet o alla TV. Quando poi, nei fine settimana, si potrebbe avere del tempo per rallentare questo ritmo frenetico, che porta l’organismo a stressarsi sempre di più, invece di dedicare più tempo alla preparazione del cibo, magari cucinando coi propri familiari, privilegiando convivialità e condivisione, fare un po’ di attività fisica all’aperto, anche solo una passeggiata in montagna, al mare, o al parco sotto casa, si preferisce fare la scelta del centro commerciale dove si viene inglobati alla massa di automi che non parlano, ciondolano, con gli occhi fissi sul cellulare, che si sa, a lungo andare provocherà problemi al collo … “mi fanno male le cervicali, devo andare dal medico a farmi prescrivere qualche antiinfiammatorio...” |
E’ il cane che si morde la coda: da questa spirale però si può uscire, a piccoli passi, prendendo in mano alcuni aspetti della propria vita, senza delegare ad altri la responsabilità della propria salute e del proprio benessere, perché è di questo che stiamo parlando.
Ognuno è responsabile del proprio benessere, ognuno, con i propri tempi e limiti, può scegliere se e come stare bene fisicamente e mentalmente: il concetto è “prevenire è meglio che curare”.
Basta avere delle piccole accortezze: scegliere gli alimenti di cui cibarsi, il metodo corretto per cucinarli, preferendo prodotti di stagione, perché se le arance, ricche di vitamina C, sono disponibili d’inverno, ci sarà pure un motivo...
Riscoprire il piacere di stare a tavola, anche per pochi minuti, gustando quello che si sta mangiando: inutile ricordare che la prima digestione avviene in bocca, masticando lentamente si innescano tutta una serie di processi chimici che iniziano la “demolizione” dei costituenti del cibo (carboidrati, grassi, amidi, ecc.) preparandolo per il definitivo dissolvimento ed assorbimento che inizia nello stomaco e termina nell’intestino.
E, ritornando al movimento e all’attività fisica, si può intuire l’importanza di assumere una postura corretta anche quando si cammina o si sta seduti per lungo tempo in ufficio per esempio.
Se possibile, camminare anche 10 minuti è preferibile a 10 minuti in auto.
Fare attività fisica non significa necessariamente andare in palestra e sottoporsi a noiosi programmi e routine, sarebbe preferibile utilizzare lo stesso tempo camminando in un parco o in bicicletta per riattivare tutte le funzioni naturali del corpo.
Assumere la postura corretta mentre si cammina implica per forza di cose comprendere anche e soprattutto l’esatta dinamica del passo.
Se l’appoggio avviene nella giusta sequenza: tallone – pianta – avampiede facendo funzionare correttamente l’elica plantare creando il movimento rotatorio del piede stesso per fornire la spinta necessaria all’avanzamento, il piede riuscirà a lavorare e darà, attraverso il lavoro della caviglia, il giusto appoggio di tibia e perone e, conseguentemente, a tutto il “sistema” gamba – anca – bacino – schiena – spalle – cervicali – testa.
Re-imparare a camminare per migliorare la postura, resettando le abitudini viziate del corpo prima che le compensazioni che il sistema attua per rimanere in “equilibrio” vengano meno e subentrino le patologie.
Le spalle e la schiena dovrebbero essere rilassati ma non curvi ed eseguire una leggera rotazione in armonia con il passo, lo sguardo rivolto verso avanti, non a terra o sulle punte delle scarpe altrimenti si irrigidiscono il collo e le vertebre cervicali, le braccia, oscillando avanti e indietro, seguono anch’esse il movimento del passo ed aiutano nello “slancio”.
Non solo: semplici esercizi di mobilizzazione, allungamento e propriocezione da imparare prima in palestra, frequentando un corso di ginnastica posturale, per aiutare a riappropriarsi del proprio corpo risvegliando il tatto e l’equilibrio, sempre più spesso imprigionati, e che, una volta imparati, si possono ripetere a casa, per ritrovare quell’autonomia di movimento che la vita quotidiana limita e preclude, così da ridurre anche i rischi di incidente.
E’ qui che si colloca la figura dell’Educatore al Benessere, che nasce da un’idea di Fabrizio Lorenzoni (Massofisioterapista, Osteopata) e Fabiola Angeli (Neurofisiopatologa, Omotossicologa, Osteopata) un “motivatore ad un corretto stile di vita” che ha conoscenze approfondite sulla fisiologia e sul funzionamento del corpo umano, e che può consigliare ed indirizzare chiunque abbia veramente voglia di prendersi cura di se stesso.